29 dicembre 2006

Con gli occhi di una bimba


Spesso ci chiediamo se è questa la vita che avremmo voluto e la risposta purtroppo è quasi sempre "NO"!
Non so cosa avrei voluto fare nella mia; quando guardo delle vecchie foto penso a cosa avrebbe desiderato quella bimba, cosa sperava allora, cosa l'avrebbe resa felice, ma non lo so. Sicuramente avrebbe voluto cambiare tante cose di quelle che poi le sono accadute, avrebbe voluto cancellare lacrime, frasi, situazioni e magari godere di più di qualche sorriso, qualche abbraccio e qualche sguardo. "Da grande", quante volte l'ho ripetuto, "da grande farò", "da grande avrò"... e adesso che grande lo sono? Cosa mi è rimasto? Tanto rancore, tanta malinconia, tanta delusione, tanto di niente! Insofferenza per una vita che non sento mia e consapevolezza che mai niente cambierà veramente.

09 dicembre 2006

Canzoni


Ci sono canzoni che al primo ascolto non colpiscono e solo dopo riescono ad entrarti dentro, ce ne sono altre che invece sembrano bellissime e che poi però, ascoltandole attentamente, non dicono niente. A volte ti rendi conto di sentire una canzone per la prima volta anche se non lo è. Ci sono cantanti che non scrivono canzoni ma poesie, ce ne sono altri che hanno tutto un loro modo di fare musica. Qualche giorno fa la radio ha trasmesso una canzone sentita tantissime volte ma per la prima volta l'ascolto è stato attento. Una frase veramente carina mi ha colpito, una frase geniale, una frase di speranza in un mondo di guerra ... " io preferisco ammazzare il tempo, preferisco sparare cazzate, preferisco fare esplodere una moda, preferisco morire d'amore, preferisco caricare la sveglia, preferisco puntare alla roulette, preferisco il fuoco di un obiettivo, preferisco che tu rimanga vivo ... "

27 novembre 2006

Pallone d'oro

Il Pallone d'Oro diventa di nuovo tricolore; dopo Gianni Rivera, Paolo Rossi e Roberto Baggio, Fabio Cannavaro lo porta di nuovo nel nostro Paese. Il difensore ha ottenuto 173 punti, precedendo Buffon (124 punti) ed Henry (121 punti). Ed invece di parlare del nostro mitico giocatore, ancora polemiche da parte di quegli invidiosi dei francesi! Masticano amaro, sui loro quotidiani si legge: "E' stata una scelta contro Zidane". "Doveva essere premiato Henry". Ed ancora quel gran signore di Michel Platini: "I giocatori che meritano di più quel premio per me sono Henry o Ronaldinho, siccome il premio va anche a chi vince il Mondiale, ho pensato che lo meritasse di più Buffon: ma per quanto riguarda la stagione calcistica sicuramente i più forti sono Henry e Ronaldinho". E Jean-Pierre Papin: "Al posto del difensore italiano doveva esserci Thierry Henry" , ed ancora Gerard Houllier: "E' il più grande scandalo, anno dopo anno Thierry Henry segna più di 20 reti. Il suo club va in finale della Champions League, lui va in finale della Coppa del mondo segnando contemporaneamente otto reti nella stagione con i Bleus. Ma c' è stata una campagna contro di lui". Lo volete sapere cosa penso? VAFFANCULO a Napoleone, Il Moulin Rouge, Platini, a la baguette, gli champs Elysèes, la Bastiglia, Manet, Monet, Ribaud, il gobbo di Notre Dame, la nouvelle Eloise, Alain Delon, il Roland Garros, Saint Germain, Saint Tropez, Rien ne va plus, les jeux sont faits, je suis Caterine Deneuve ! ... e a quel rottinculo di Zidane.
SIAMO NOI I CAMPIONI DEL MONDO, SIAMO NOI CHE ABBIAMO IL PALLONE D'ORO!

24 novembre 2006

Censure


A volte mi chiedo cosa stia accadendo, ho appena letto la notizia della multa di 25mila euro all'Agcom per la messa in onda del cartone animato "I Griffin" per «Espressioni volgari e turpiloquio». Non so se avete mai visto questo cartone, praticamente ricalca in chiave umoristica, i vizi e le virtù della famiglia media, (tipo i Simpson), è vero, non è "politicamente corretto" e ci sono scene comprensibili solo agli adulti, e allora? Ma perchè dobbiamo essere sempre quelli "Puliti", quelli "Perfetti", quelli "Bravi", che c'è di male ad essere "Umani", con i nostri stramaledetti difetti? Ma dove arriveremo? Come quelli della mia generazione, sono cresciuta guardando cartoni animati violenti come "daitan3", "il grande Mazinga", "l'uomo tigre", cartoni un po' "spinti" come "lamù", telefilm con protagonisti donne mozzafiato, playboy incalliti, corse clandestine, rapine, sparatorie e molto altro, e non mi sembra di essere cresciuta male così come i miei coetanei. Cosa ci imporranno tra poco? Perchè non capiscono che vietare non serve a niente soprattutto adesso che con internet ciascuno può trovare quello che vuole in rete senza nessuno sforzo! Non serve vietare ma educare, dare strumenti per capire, guidare e non comandare!

20 novembre 2006

Cambiamenti

Posso dire senza ombra di dubbio che non sono proprio amante dei cambiamenti! Adoro la monotonia della vita, il solito tram tram, sapere per filo e per segno cosa farò durante il giorno, la settimana e magari pianificarmi anche il mese ...
In campo affettivo, invece, qualche bella novità ci vorrebbe proprio, un bel fuoco d'artificio, capace di sorprendermi come mai ... ma questa è un'altra storia e forse un giorno ne parlerò ... comunque, ritornando a quello di cui stavo parlando ... i mutamenti nel lavoro, non mi piacciono proprio, non ne posso più delle continue partenze, dei trasferimenti, non ci sono ancora abituata ed ogni volta che qualcuno se ne va mi fa male, e non riesco ad accettarlo fino a quando tutto ritorna monotonia. Chissà se mai riuscirò a farmi scorrere addosso la vita e tutte le sue sfumature ...

27 ottobre 2006

Povera Italia!

Quale mestiere conviene scegliere?
Secondo le ultime dichiarazioni, presentate all'erario nel 2005 dai contribuenti, i pensionati che guadagnano circa 500 euro al mese dichiarano quanto i tassisti del Molise (in media 6.175 euro l'anno), i sarti in Puglia (4.048 euro annui), i parrucchieri in Campania (6.332 euro), i pescivendoli del Trentino (3.742 euro l'anno), i ceramisti dell' Emilia Romagna (2.744 euro), i titolari di autosaloni di Bolzano (1.073), i rivenditori di ricambi auto in Lombardia (5.556 euro). Gli orefici in Lombardia dichiarano 21.533 euro l' anno, come un maestro elementare. In tutte le altre regioni si scende, fino agli 11.990 euro della Calabria e passando per i 14.652 euro (meno di un metalmeccanico) del Lazio. In Lombardia i ristoratori (14.818 euro) e i titolari di Bar (14.830 euro) dichiarano circa 13.000 euro in meno di un meccanico (27.000 euro) e meno della metà di un idraulico (31.224 euro). Gli agenti immobiliari, nonostante i prezzi delle case, hanno dichiarato 17.497 euro in media, poco più di un operaio. A battere gli agenti immobiliari sono comunque i ristoratori laziali che con 11.903 euro sono sotto un pescivendolo veneto.

CHI DICHIARA DI PIÙ
(reddito annuo in euro)

CHI DICHIARA DI MENO
(reddito annuo in euro)

ABRUZZO

avvocati
(33.759)

ambulanti abbigliamento (5.800)

BASILICATA

dentisti
(35.422)

ambulanti arredamento (5.403)

BOLZANO

commercialisti (124.224)

calzaturieri
(6.730)

CALABRIA

dentisti
(25.830)

pastai
(3.572)

CAMPANIA

avvocati
(36.418)

mercerie
(6.088)

EMILIA ROMAGNA

dentisti
(50.109)

ceramisti
(2.744)

FRIULI V.GIULIA

dentisti
(56.814)

sarti
(8.182)

LAZIO

avvocati
(59.111)

ambulanti calzature
(7.337)

LIGURIA

commercialisti (57.469)

ambulanti arredamento (7.185)

LOMBARDIA

commercialisti (88.368)

lavanderie
(9.324)

MARCHE

commercialisti (52.942)

sarti
(6.842)

MOLISE

commercialisti (29.339)

sarti
(2.606)

PIEMONTE

ceramisti
(63.290)

lavanderie
(8.076)

PUGLIA

avvocati
(31.777)

calzaturieri (1.856)

SARDEGNA

commercialisti (41.543)

ambulanti abbigliamento (5.725)

SICILIA

avvocati
(31.851)

ceramisti
(3.121)

TOSCANA

commercialisti (59.693)

sarti
(8.675)

TRENTINO

commercialisti (51.418)

commercianti strumenti music. (5.945)

VALLE D'AOSTA

avvocati
(53.002)

ceramisti
(5.852)

VENETO

commercialisti (74.088)

mercerie
(9.055)

Non ci sono certamente parole per commentare questi dati, è una vergogna … forse è proprio vero che il mondo è dei furbi!!!

09 ottobre 2006

29 anni sembran pochi, poi ti volti a guardarli e non li trovi più


... ma come vorrei avere da guardare ancora tutto come i libri da sfogliare e avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare ...
... vola, vola tu, dov' io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare ...

23 settembre 2006

Eutanasia

Quando la vita non è più vita ...
Non so se sapete chi è Piergiorgio Welby, questo nome l'ho sentito per la prima volta qualche giorno fa, probabilmente non lo dimenticherò ...
Welby è un malato terminale che ha scritto una lettera al nostro Presidente, la riporto di seguito:
Caro Presidente,scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese. Fino a due mesi e mezzo fa la mia vita era sì segnata da difficoltà non indifferenti, ma almeno per qualche ora del giorno potevo, con l’ausilio del mio computer, scrivere, leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amici su internet. Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita.La giornata inizia con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare. Una volta mi alzavo al più tardi alle dieci e mi mettevo a scrivere sul pc. Ora la mia patologia, la distrofia muscolare, si è talmente aggravata da non consentirmi di compiere movimenti, il mio equilibrio fisico è diventato molto precario. A mezzogiorno con l’aiuto di mia moglie e di un assistente mi alzo, ma sempre più spesso riesco a malapena a star seduto senza aprire il computer perchè sento una stanchezza mortale. Mi costringo sulla sedia per assumere almeno per un’ora una posizione differente di quella supina a letto. Tornato a letto, a volte, mi assopisco, ma mi risveglio spaventato, sudato e più stanco di prima. Allora faccio accendere la radio ma la ascolto distrattamente. Non riesco a concentrarmi perché penso sempre a come mettere fine a questa vita. Verso le sei faccio un altro sforzo a mettermi seduto, con l’aiuto di mia moglie Mina e mio nipote Simone. Ogni giorno vado peggio, sempre più debole e stanco. Dopo circa un’ora mi accompagnano a letto. Guardo la tv, aspettando che arrivi l’ora della compressa del Tavor per addormentarmi e non sentire più nulla e nella speranza di non svegliarmi la mattina.Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà. Starà pensando, Presidente, che sto invocando per me una “morte dignitosa”. No, non si tratta di questo. E non parlo solo della mia, di morte. La morte non può essere “dignitosa”; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita, in special modo quando si va affievolendo a causa della vecchiaia o delle malattie incurabili e inguaribili. La morte è altro. Definire la morte per eutanasia “dignitosa” è un modo di negare la tragicità del morire. È un continuare a muoversi nel solco dell’occultamento o del travisamento della morte che, scacciata dalle case, nascosta da un paravento negli ospedali, negletta nella solitudine dei gerontocomi, appare essere ciò che non è. Cos’è la morte? La morte è una condizione indispensabile per la vita. Ha scritto Eschilo: “Ostico, lottare. Sfacelo m'assale, gonfia fiumana. Oceano cieco, pozzo nero di pena m'accerchia senza spiragli. Non esiste approdo”. L’approdo esiste, ma l’eutanasia non è “morte dignitosa”, ma morte opportuna, nelle parole dell’uomo di fede Jacques Pohier. Opportuno è ciò che “spinge verso il porto”; per Plutarco, la morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto e Leopardi la definisce il solo “luogo” dove è possibile un riposo, non lieto, ma sicuro.In Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti. Per esaudire la richiesta di eutanasia, alcuni paesi europei, Olanda, Belgio, hanno introdotto delle procedure che consentono al paziente “terminale” che ne faccia richiesta di programmare con il medico il percorso di “approdo” alla morte opportuna.Una legge sull’eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L’associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l’impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti. Anche nella diga opposta dalla Chiesa si stanno aprendo alcune falle che, pur restando nell’alveo della tradizione, permettono di intervenire pesantemente con le cure palliative e di non intervenire con terapie sproporzionate che non portino benefici concreti al paziente. L’opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare. Molti hanno assistito un famigliare, un amico o un congiunto durante una malattia incurabile e altamente invalidante ed hanno maturato la decisione di, se fosse capitato a loro, non percorrere fino in fondo la stessa strada. Altri hanno assistito alla tragedia di una persona in stato vegetativo persistente.Quando affrontiamo le tematiche legate al termine della vita, non ci si trova in presenza di uno scontro tra chi è a favore della vita e chi è a favore della morte: tutti i malati vogliono guarire, non morire. Chi condivide, con amore, il percorso obbligato che la malattia impone alla persona amata, desidera la sua guarigione. I medici, resi impotenti da patologie finora inguaribili, sperano nel miracolo laico della ricerca scientifica. Tra desideri e speranze, il tempo scorre inesorabile e, con il passare del tempo, le speranze si affievoliscono e il desiderio di guarigione diventa desiderio di abbreviare un percorso di disperazione, prima che arrivi a quel termine naturale che le tecniche di rianimazione e i macchinari che supportano o simulano le funzioni vitali riescono a spostare sempre più in avanti nel tempo. Per il modo in cui le nostre possibilità tecniche ci mantengono in vita, verrà un giorno che dai centri di rianimazione usciranno schiere di morti-viventi che finiranno a vegetare per anni. Noi tutti probabilmente dobbiamo continuamente imparare che morire è anche un processo di apprendimento, e non è solo il cadere in uno stato di incoscienza. Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “di fronte alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale”. Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui.Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente ‘biologica’ – io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico. Sono consapevole, Signor Presidente, di averle parlato anche, attraverso il mio corpo malato, di politica, e di obiettivi necessariamente affidati al libero dibattito parlamentare e non certo a un Suo intervento o pronunciamento nel merito. Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le volontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto. Il sogno di Luca Coscioni era quello di liberare la ricerca e dar voce, in tutti i sensi, ai malati. Il suo sogno è stato interrotto e solo dopo che è stato interrotto è stato conosciuto. Ora siamo noi a dover sognare anche per lui. Il mio sogno, anche come co-Presidente dell’Associazione che porta il nome di Luca, la mia volontà, la mia richiesta, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l’eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità che è concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi.
Esistono forse parole per commentare tale lettera?
La vita deve essere vita, se non lo è, cosa c'è di male nella morte?

13 settembre 2006

Amicizie

Fino a pochi anni fa credevo molto nell'amicizia, ero veramente convinta che esistessero persone disposte a dare senza pretendere nulla in cambio, che uscissero con te solo per il gusto di passare una piacevole serata, senza nessun fine, senza egoismo! Sarà che in questo momento non credo in niente e in nessuno, sarà che sono rimasta delusa troppe volte, sarà per colpa del mio caratteraccio, sarà per quello che volete, ma adesso vedo con occhi diversi, adesso sono io la prima a dubitare degli altri, cosa che in passato non avrei mai fatto. Forse è giusto che ognuno pensi a se stesso, ma fa male, molto male rendersi conto di non aver nessuno vicino, sentirsi solo, solo con i tuoi pensieri e con le tue paure, solo quando sei triste e solo quando raramente non lo sei ...


27 agosto 2006

Viva gli sposi

25 notte ... il tempo che passa lentamente, il cuore che batte impazzito ... il tempo adesso vola, è ora di alzarsi ... la testimone spalanca gli occhi ... oddio ... è mattina ... 26 agosto, il giorno del matrimonio! Si ricorda che quando le fu detto, a dicembre, le sembrava così lontano, e adesso eccola lì, il giorno è arrivato, ancora tutto da preparare ...
ore 15.30, scende le scale di casa con passo non molto sicuro, i tacchi le fanno già male dopo appena 5 minuti, entra in macchina con altri tre compagni di avventura, in una mano la borsetta e la macchina fotografica, nell'altra una busta con scarpe di ricambio, menomale che la mamma pensa sempre a queste cose!
ore 16.30, lo sposo con un sorriso meraviglioso attende gli invitati, un bacio agli amici e poi di corsa a sistemare le ultime cose ...
ore 17.00 ... eccola ... un tuffo al cuore! Lei con il suo vestito così semplice, ancora più bella di sempre, anche se sembra impossile, il passo sicuro, sorriso dolce, si avvicina al suo futuro sposo! Alla sua sinistra la testimone, le sorride, i loro sguardi si incrociano, ancora un sorriso sintomo di complicità ...
La cerimonia ha inizio ... il tempo vola ... scambio di anelli e piccoli baci, quattro firme e tutto è fatto, una nuova famiglia si è formata ... pioggia di riso, foto con amici e parenti ... aperitivo, lancio del bouquet e della giarrettiera, e poi tutti a tavola ... taglio della torta e spumante ... e poi tutti a casa ... l'ultimo sguardo della testimone è per lei, la sua amica, si sente serena, sorride, adesso lo sa, l'amore esiste ancora ...

17 agosto 2006

Mal di vivere

Ma cos'è questo malessere che mina l'umore, che abbatte la volontà e nuoce ai sentimenti? E' difficile dirlo e spesso è impossibile capire perchè si impadronisce di te, ti toglie il sorriso e la tranquillità! Basta un pensiero, a volte una canzone, un film o semplicemente ti svegli una mattina ed eccolo che è arrivato e nessuno sa quando ti lascerà ... E allora cosa fare? Niente! Aspettare che passi, perchè tanto lo sai che prima o poi andrà via da dove è venuto, ma nel frattempo? Buttarsi nel lavoro? Tutto quello che ti permette di non pensare, cercare in qualsiasi modo di non riflettere, non è poi così difficile, il problema è che prima o poi ti fermi e il pensiero va sempre lì, al mal di vivere che non se ne va, non lo puoi mandare via, deve essere lui a lasciarti, il momento lo decide lui! E intanto starsene da soli, inventare mille scuse per non uscire, far credere che hai di meglio da fare, quando in realtà te ne stai nella tua stanza aspettando che finalmente il tuo ospite se ne vada! E quando ritornerai alla noiosa vita di tutti i giorni, quella che poi pensandoci bene, non è poi così tremenda, sorridere e far capire a chi ti circonda che tutto va bene, chiedere scusa in modo celato a chi ti ha più o meno sopportato ... sperando che lo straniero ritorni il più tardi possibile a farti di nuovo compagnia!

"lui non visse ,ma morì mentre era in vita, e non morì tardi, ma morì a lungo"

(Seneca)

15 agosto 2006

Voglia di Pace


Non c'è una strada che porta alla pace,la pace è la strada

Gandhi

03 agosto 2006

Il sonno della ragione genera mostri

Anniversario della strage di Bologna ... per non dimenticare
La strage
Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere.Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. (testimonianze di Biacchesi e da "Il giorno")La violenza colpì alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.Maria Fresu si trovava nella sala della bomba con la figlia Angela di tre anni. Stavano partendo con due amiche per una breve vacanza sul lago di Garda. Il corpicino della piccola, la più giovane delle vittime, venne ritrovato subito. Solo il 29 dicembre furono riconosciuti i resti della madre.Marina Trolese, 16 anni, venne ricoverata all'ospedale Maggiore, il corpo devastato dalle ustioni. Con la sorella Chiara, 15 anni, era in partenza per l'Inghilterra. Le avevano accompagnate il fratello Andrea, e la madre Anna Maria Salvagnini. Il corpo di quest'ultima venne ritrovato dopo ore di scavo tra le macerie. Andrea e Chiara portano ancora sul corpo e nell'anima i segni dello scoppio. Marina morì dieci giorni dopo l'esplosione tra atroci sofferenze.Torquato Secci, impiegato alla Snia di Terni, venne allertato dalla telefonata di un amico del figlio Sergio, Ferruccio, che si trovava a Verona. Sergio lo aveva informato che a causa del ritardo del treno sul quale viaggiava, proveniente dalla Toscana, aveva perso una coincidenza a Bologna e aveva dovuto aspettare il treno successivo.Poi non ne aveva più saputo nulla.Solo il giorno successivo, telefonando all'Ufficio assistenza del Comune di Bologna, Secci scoprì che suo figlio era ricoverato al reparto Rianimazione dell'ospedale Maggiore."Mi venne incontro un giovane medico, che con molta calma cercò di prepararmi alla visione che da lì a poco mi avrebbe fatto inorridire", ha scritto Secci, "la visione era talmente brutale e agghiacciante che mi lasciò senza fiato. Solo dopo un po' mi ripresi e riuscii a dire solo poche e incoraggianti parole accolte da Sergio con l'evidente, espressa consapevolezza di chi, purtroppo teme di non poter subire le conseguenze di tutte le menomazioni e lacerazioni che tanto erano evidenti sul suo corpo".Nel 1981 Torquato Secci diventò presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage.La città si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza per le vittime, i sopravvissuti e i loro parenti.I vigili del fuoco dirottarono sulla stazione un autobus, il numero 37, che si trasformò in un carro funebre.E' lì che vennero deposti e coperti da lenzuola bianche i primi corpi estratti dalle macerie.Alle 17,30, il presidente della Repubblica Sandro Pertini arrivò in elicottero all'aeroporto di Borgo Panigale e si precipitò all'ospedale Maggiore dove era stata allestita una delle tre camere mortuarie.Per poche ore era circolata l'ipotesi che la strage fosse stata provocata dall'esplosione di una caldaia ma, quando il presidente arrivò a Bologna, era già stato trovato il cratere provocato da una bomba.Incontrando i giornalisti Pertini non nasconse lo sgomento: "Signori, non ho parole" disse,"siamo di fronte all'impresa più criminale che sia avvenuta in Italia".Ancora prima dei funerali, fissati per il 6 agosto, si svolsero manifestazioni in Piazza Maggiore a testimonianza delle immediate reazioni della città.Il giorno fissato per la cerimonia funebre nella basilica di San Petronio, si mescolano in piazza rabbia e dolore.Solo 7 vittime ebbero il funerale di stato.Il 17 agosto "l'Espresso" uscì con un numero speciale sulla strage.In copertina un quadro a cui Guttuso ha dato lo stesso titolo che Francisco Goya aveva scelto per uno dei suoi 16 Capricci: "Il sonno della ragione genera mostri".Guttuso ha solo aggiunto una data: 2 agosto 1980.Cominciò una delle indagini più difficili della storia giudiziaria italiana.
Eppure la strage era stata preannunciata anche un mese prima, negli ambienti dei servizi se ne troveranno addirittura tracce scritte (rapporto Spiazzi).Sono tre i segnali di quello che nei primi sei mesi del 1980 sta cuocendo nel ribollente calderone della destra eversiva:
Il primo allarme è contenuto in un documento acquisito dalla Corte d’Assise di Bologna intitolato “Situazione mensile del terrorismo – giugno 1980”, in cui tra l’altro si segnala “la particolare pericolosità del terrorismo di destra che (…) può realizzare imprese terroristiche imprevedibili con alta potenzialità distruttiva e destabilizzante"
Il secondo, molto più preciso, è costituito da quanto un detenuto del carcere di Padova, in presenza del suo avvocato di fiducia, riferisce al giudice di sorveglianza: Il 10 luglio 1980, Luigi Presilio Vettore, detenuto per reati comuni, spiegò al magistrato che era imminente un gravissimo attentato da parte di un gruppo estremista. Lo stesso gruppo gli aveva proposto di partecipare a un successivo attentato contro il giudice di Treviso Giancarlo Stiz, a suo tempo impegnato in indagini connesse a quelle sulla strage di piazza Fontana.La fonte di Vettore era il neofascista Roberto Rinani, inserito nella cellula eversiva di Massimiliano Fachini.
Ultimo, ma certo non per importanza, è il rapporto al Sisde con cui il colonnello Amos Spiazzi, a suo tempo coinvolto nell'indagine sulla "Rosa dei venti", preannunciò azioni eclatanti della destra eversiva.Interrogato dal giudice istruttore di Bologna, Spiazzi affermò: “Il mio appunto contiene effettivamente dei riferimenti alla strage di Bologna, come più volte l’ufficio mi ha fatto rilevare..."

30 luglio 2006

La mia generazione

La nostra generazione, quella di noi nati alla fine degli anni '70 (anno più, anno meno), quelli che non vedono un futuro roseo, quelli che pensano che programmare il domani sia quasi impossibile, lavoro precario, contratti a tempo determinato, co.co.pro., co.co.co., partita Iva, stipendi di 900 euro, o meno, al mese, mutuo a vita sulla casa. Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l'aborto e per il divorzio, la nostra memoria calcisitca comincia coi Mondiali in Messico '86. Per non aver vissuto direttamente il '68 ci dicono che non abbiamo ideali, che siamo vuoti, mentre ne sappiamo di più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri figli. Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo e la Befana si limitava a mettere un po' di carbone dolce e qualche caramella nella calza. Siamo l'ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a farsi la pista sulla sabbia, a saltare la corda, a giocare a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati a colori. Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante, un orologio a destra e uno a sinistra, braccialetti colorati che arrivavano fino ai gomiti. Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati o rimandati a settembre, siamo stati gli ultimi a fare la Maturità. Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione). Abbiamo pianto per Candy-Candy e Remì, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D'Avena, imparato la mitologia greca con Pollon, la rivoluzione francese con Lady Oscar e Il tulipano Nero. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico. Abbiamo imparato che cos'è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino e le Torri Gemelle, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Cernobyl; quelli della nostra generazione l'hanno fatta la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq); abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall'Italia, senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre. Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro, abbiamo giocato a Pac-Man, credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in. Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill. Quelli cresciuti ascoltando gli Europe e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono. Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell'Arca Perduta. Bevevamo il Billy e mangiavamo le Big Bubble; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto. Un gelato costava 500 lire... e te ne davano veramente tanto!!! Siamo la generazione di Crystal Ball ("con Crystal Ball ci puoi giocare..."), delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, Il fantastico mondo di Paul, l'Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He- man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, Jeeg Robot d'acciaio, Il Grande Mazinga, i Mini-Pony, le Micro-Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l'ascensore. L'ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all'inverosimile per andare in vacanza 15 giorni magari in un campeggio libero. Abbiamo visto le nostre nonne e le nostre mamme guardare Anche i ricchi piangono, Dinasty e Dallas, siamo stati quelli che speravano che ai 18 anni avrebbero avuto una macchina arancione come il Generale Lee, siamo stati quelli che si rotolavano a terra tra il fango, che sporcavano i pantaloni alle ginocchia di erba, quelli che a merenda mangiavano sfilatini di pane, quelli che bevevano latte e Sprint o con il Nesquik. Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino. Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale. Non c'erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno e rotelle!! Magiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi, al limite uno era grasso e fine. Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato. Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l'aceto. Non avevamo Playstation, Nintendo DS, videogiochi, 99 canali televisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo parecchio, bevevamo l'acqua direttamente alle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! giocavamo al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo :) :D :P Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto ciò. Tu sei uno di nostri?

20 luglio 2006

Mono Pole Pole

Lunedì 17 Luglio sono andata a vedere uno spettacolo di Giobbe Covatta! Era la prima volta che lo vedevo e credo proprio che non sarà l'ultima! Non so se avete mai avuto occasione di sentire un suo monologo, è straordinario il modo con cui riesce a far ridere e dopo pochi istanti a farti venire il nodo alla gola. Giobbe entra in scena ... "due cacciatori bianchi in mezzo alla savana si ritrovano di fronte ad un leone. Allora estraggono il fucile e sparano, però l'arma è inceppata. A questo punto uno dei due posa lo zainetto, ne estrae un paio di scarpe da tennis, e se le infila dopo essersi tolto gli scarponi. L'altro, terrorizzato e un po' perplesso, gli fa: «E tu, con quelle, pensi di andare più veloce del leone?». E il primo: «Più veloce del leone no, ma più veloce di te...»" Lo spettacolo comincia con questa storiella ... Una partita a Monopoli è uguale in tutto il mondo? La risposta a questa domanda è « NO ». Le regole sono diverse, diversi gli imprevisti e le probabilità almeno quanto diversi sono i giocatori del mondo occidentale e del continente africano. Sullo sfondo in verticale un gigantesco Monopoli, il “Mono Pole Pole”, una ruota della fortuna, o per meglio dire della iella, il pretesto per raccontare l' Africa, storie e motivazioni del difficile rapporto tra il primo mondo, bianco e capitalista, e il terzo mondo, nero e morente, colpito dai peggiori cataclismi, mali ed infamie che l’uomo e questa terra possono produrre. Il dado africano ha sei facce con un unico numero, l’uno, ed è difficile andare avanti senza saltare la casella delle malattie , il carcere per motivi politici, la fame, la sete, la morte infantile, le guerre per il petrolio, le scorie nucleari gettate a milioni di barili, le mine antiuomo ... Un pugno allo stomaco quando racconta che 33.000 bambini al giorno muoiono di fame, di stenti e di malattie, ma quanti sono 33.000? Giobbe prende in mano qualcosa, un elenco, l’elenco telefonico di Terni, ecco quanti sono 33.000! Con la lettura della carta dei diritti del Bambino, (firmata da 190 paesi su 192, non l’hanno sottoscritta soltanto la povera Somalia ed i padroni del Mondo a stelle e strisce), arriva la batosta finale, immagini di bambini soldato, malnutriti e malati; schiaffi al nostro perbenismo, alla nostra indifferenza, al capitalismo, al nostro egoismo, ai villaggi vacanze, alla chirurgia plastica, ai cosmetici e lingerie pagati a peso d'oro, all'apparire, alla cultura dello spreco, miliardi di persone vivono con un meno di un dollaro al giorno e noi abbiamo il coraggio di lamentarci, complimenti!Lo spettacolo affronta anche argomenti comici, vignette divertenti e battute originali ma passano in secondo piano, quello che rimane nella mente sono le foto dei bambini, i loro sguardi e il loro non futuro! C'è tanto da fare, è possibile migliorare questo mondo, ne sono convinta allora perchè non provarci? Partiamo dalle piccole cose, un passo alla volta, prima o poi questo mondo dovrà cambiare, dovrà farlo ...

Amref promuove la protezione di sorgenti, la costruzione di pozzi e acquedotti e l'educazione ad un corretto utilizzo dell'acqua: ogni pozzo costa 2.000 €. Amref gestisce corsi di educazione igienico-sanitaria, costruisce nuove strutture e ripara quelle esistenti. Con 25 €. si regalano libri e materiale scolastico ad un'intera classe, con 191 €. si finanzia un corso di educazione e prevenzione. Nel sud del Sudan Amref ha aperto un centro per la formazione di personale sanitario del luogo. Ogni diplomato sarà in grado di eseguire semplici interventi chirurgici, vaccinare e curare le malattie più comuni. Una borsa di studio biennale costa 3.270 €. Amref è presente nei campi profughi con progetti idrici e programmi di vaccinazione ed educazione alla salute. Con 8 €. si salva un bambino dalla malaria, con 65 €. si vaccinano dieci bambini contro le sei malattie più diffuse e generalmente mortali. Amref lavora nelle baraccopoli di Nairobi per aiutare i bambini abbandonati o orfani e dar loro un futuro. Con 250 €. si salva un bambino dalla strada. Amref ha i "dottori volanti", che forniscono assistenza medica ad oltre ottanta ospedali situati in aree remote e difficilmente accessibili via terra. Il finanziamento completo della visita di un dottore ad un ospedale costa 2.940 €. Per donare on-line ad Amref clicca qui. Il sostegno ad Amref si può esprimere anche tramite: Conto corrente postale n.35023001 intestato ad Amref Italia Onlus via Settembrini 30 - 00195 Roma, Bonifico bancario sul conto n.1007932 intestato ad Amref Italia Onlus presso Monte dei Paschi di siena - Ag. Roma 2 - ABI 1030 - CAB 03202, Carta di credito telefonando al n.06 3202222. Ogni donazione è detraibile dalle tasse. Fate quel che credete.

10 luglio 2006

Gioia Mondiale


Che emozione! Finalmente ce l'abbiamo fatta. A Pasadena nel 1994, nella finale con il Brasile il nostro miglior giocatore lo sbagliò, ma adesso è finita la tradizione che noi ai calci di rigore perdiamo, alla faccia di Platini («l'Italia con noi lo vincerà forse tra 50 anni»). 24 anni senza aver vinto il mondiale erano troppi, ce ne voleva un altro per quelli che come me hanno poco meno di trent'anni e che la Spagna non se la possono ricordare, per quelli che di anni ne hanno abbastanza e che possono già ricordare questa Germania 2006, per quelli che Spagna 1982 se la ricordano bene ... Cambiano le generazioni, cambiano le facce e i nomi dei giocatori, cambia l'Italia, ma la magia è sempre la stessa.
Ieri sera mi sono gustata la partita in piazza XX Settembre insieme ad una marea di persone, non potevo scegliere luogo migliore per gustarmi il quarto titolo mondiale della nostra Nazionale. E' stata una delle serate sportive migliori della mia vita! Grida, urla, lacrime, sorrisi, bandiere, slogan, coriandoli d'argento e fuochi d'artificio sparati nel momento in cui Fabio Cannavaro ha alzato la coppa al cielo, la mia gioia, la nostra gioia ... . Un pezzo di storia calcistica che rimarrà dentro di me, immagini che ricorderò per il resto della mia vita ... grazie Italia! Avete visto tedeschi? I pizzaioli, i mammoni, i viscidi, i perennemente stanchi capaci di vincere solo con i trucchetti , che non sarebbero andati lontano hanno vinto il mondiale ...
CAMPIONI DEL MONDO, CAMPIONI DEL MONDO, CAMPIONI DEL MONDO
Ps. Per tutti quelli che tra ieri e oggi mi hanno messaggiato ridendo e dicendomi che sarei stata disoccupata ... Vi spiego ... MediaWorld ha venduto i televisori ai clienti ma è l'assicurazione che paga i buoni all'acquirente da spendere sempre nel punto vendita quindi doppio incasso e non disastro economico e fallimento come è stato scritto su alcuni siti e quotidiani.

16 giugno 2006

Mio dolce dormire ...


Ma quanto sarà bello il mare! E soprattutto ... ma quanto sarà bello dormire al mare !!! Domenica sera sono andata per qualche giorno a Marina, sono stata proprio fortunata, il tempo è stato stupendo ed io me ne sono stata lunedì, martedì e giovedì (mercoledì ho rinunciato per non strafare!!!) come una lucertolina spaparanzata sotto i benevoli raggi del sole, ai piedi il mare, come sottofondo le onde, i gabbiani, qualche grido di bambino e le chiacchere dei soliti noti !!! E poi che dire? Lunghe passeggiate senza avere ai piedi quelle insopportabili scarpe antinfortunistiche! E stasera la Luminaria! Peccato che lunedì si sta inesorabilmente avvicinando, speriamo a luglio di poter fare il bis ...

08 giugno 2006

Referendum


Il 25 e il 26 Giugno ( non tutti ancora lo sanno) saremo chiamati a votare per il referendum sulla "riforma" della Costituzione.
Ognuno ha le sue idee, in questo spazio però io vi spiego perchè andrò a votare e voterò No. Voterò No perché non voglio un Paese diviso, lacerato, discriminato ancor più tra Nord e Sud, voglio un'Italia unita, dove i diritti siano uguali per tutti i cittadini, dove la solidarietà sia un valore fondamentale, per dare a tutti una scuola e una sanità migliore. Voto No perchè non voglio che il Presidente del Consiglio (chiunque sia ) abbia poteri "assoluti", che possa sciogliere la Camera dei Deputati a suo arbitrio. Voglio che il Parlamento eletto dal popolo abbia i poteri per tutelare i diritti e le libertà dei cittadini, che il Presidente della Repubblica sia un garante, rispettato ed autorevole, che la Corte Costituzionale sia autonoma. Non accetto di mandare in soffitta i valori fondamentali e i diritti scritti nella nostra Costituzione nata dalla lotta di Liberazione. Voglio dare significato pieno a quei valori, allargare lo stato sociale, arricchire la convivenza civile, rafforzare le istituzioni, l'unità del nostro Paese e la nostra democrazia. Non accetto che la Costituzione sia riscritta da una sola parte politica. Voglio che ogni futura modifica legata a nuove esigenze dello Stato e della società sia coerente con i principi e i valori della Costituzione, sia sostenuta da una larga partecipazione e da un vasto consenso della società civile e delle forze sociali, sia approvata dal Parlamento a larghissima maggioranza e sia confermata dai cittadini con il referendum. Queste sono le mie ragioni, quali sono le vostre?

01 giugno 2006

La bellezza perfetta


E' difficile guardarsi allo specchio e sorridere soprattutto quando hai avuto una brutta giornata, oppure quando pensi che nessuno possa capirti o peggio ancora quando non sai neanche te cosa c'è che non va ... Qualche volta però basta un pensiero, un'immagine, una canzone per farti dimenticare il motivo per cui eri triste ... a volte basta leggere poche righe trovate per caso ...

  • Per avere una bella bocca, pronuncia parole gentili.
  • Per avere occhi splendidi, ricerca la bontà nella gente.
  • Per avere un fisico snello, condividi il cibo con gli affamati.
  • Per avere dei bei capelli, lascia che un bambino vi passi le sue dita almeno una volta al giorno.
  • Per avere un bel portamento cammina come se tu non fossi mai sola.
  • Le persone, molto più che le cose, hanno bisogno di essere restaurate, ravvivate, rigenerate e liberate; non respingere mai nessuno.
  • Ricorda, se ti capita di aver bisogno di una mano, la troverai all'estremità delle tue braccia. Invecchiando ti accorgerai di avere due mani, una per aiutare te stessa, l'altra per aiutare gli altri.
  • La bellezza di una donna non sono i vestiti che indossa, la linea che ha o il modo con cui sono acconciati i suoi capelli. La bellezza di una donna deve essere vista nei suoi occhi perchè là si trova l'accesso al suo cuore, il posto dove risiede l'amore.
  • La bellezza di una donna non è nell'aspetto del viso. La vera bellezza di una donna si riflette nella sua anima. Consiste nell'amore che dona, nella passione che mostra.
  • La bellezza di una donna cresce con il passare degli anni.

(Audrey Hepburn)

30 maggio 2006

Come si cambia!


E' strano come le cose e soprattutto i punti di vista cambino con il passare del tempo! E sinceramente in certe occasioni è anche triste! Domenica scorsa sono andata a Gardaland, sveglia alle 4 di mattina, partenza alle 5 da Pisa, tappa a Lucca, viaggio in pulman di circa quattro ore. "Stranamente" sono stata poco bene, mi è toccato andare in prima fila mentre tutti i miei compagni casinisti se ne stavano in fondo a divertirsi (certe cose però non cambiano proprio mai), tutti hanno fatto colazione mentre io li guardavo e finalmente l'arrivo nel grande parco divertimenti. Arrivata davanti ai giochi il panico si impadroniva di me sempre di più mentre la fila avanzava ... e questo è proprio strano, pensate che sono sempre stata l'unica nella mia compagnia a fare sempre i giochi spericolati in tutti i parchi visitati, e sempre più di una volta. Non so perchè mi sia presa così e non è la prima volta, sarà la vecchiaia, comunque niente di traumatico dato che i giochi li ho fatti tutti ugualmente anche se con un po' di strizza! Chissà cos'è che cambia in noi, io un'idea me la sono fatta e voi???

22 maggio 2006

il modo giusto di amare


A volte mi chiedo come è possibile che esistano ancora persone (e purtroppo sono tante) con una mentalità così chiusa! Persone che credono di sapere il modo giusto di amare, che credono cosa sia giusto e cosa sbagliato! Io sono eterosessuale, conosco alune ragazze che non lo sono, e allora? Chi siamo noi per giudicare? Mi sconvolge che ci siano ragazzi della mia età ed anche più giovani che considerano l'omosessualità una malattia, ragazzi che non uscirebbero più con un amico se scoprissero la sua "diversità". Mi hanno dato dell'ipocrita, della falsa, mi hanno accusato di nascondermi dietro a bei discorsi, mi hanno detto che non penso realmente quello che dico!
Io credo che troppo spesso giudichiamo senza pensare, credo che le differenze esistono e che vanno riconosciute, credo che non dobbiamo impedire agli altri di essere diversi, e soprattutto credo nella voglia di ribellarsi al conformismo e al perbenismo della nostra società. Ci vuole coraggio oggi per fare e dire quello che siamo, in Italia uno non puo' essere liberamente se stesso se è omosessuale, penso che loro, i "diversi" non abbiano nessuna ambizione se non quella di veder finire le discriminazioni, di potersi scambiare, alla luce del sole, senza timore, un gesto d'affetto in pubblico!

29 aprile 2006

Basta!


Ma come è possibile che nel 2006 esistano ancora guerre? Siamo in una situazione allarmante. Sembra di guardare un film ma purtroppo non lo è, capisci che non è un film, capisci che in una frazione di secondo sono scomparse vite, sogni e speranze di tante (tutte?) persone che erano laggiù. Ma come poter spiegare che altri soldati perdono la vita per una missione senza senso, ancora tanto dolore e altrettanta rabbia! Io sinceramente non riesco a capire, non ci riesco proprio, niente e nessuno potrà mai spiegarmi il perché, vite spezzate senza veramente una ragione. Questa guerra non ha a che fare con le armi di distruzione di massa, questa guerra non è per la democrazia nell'Iraq: una guerra non porterà mai la pace, una guerra non è mai giusta! Vedo migliaia di vite spezzate, feriti e mutilati, famiglie distrutte, un mare di lacrime e di sofferenze. Sono con i milioni che, in tutto il mondo, dicono no! Questa guerra non fatela nel mio nome!
... ed io sono sempre qui a sperare che un giorno l'uomo cambierà, a sperare in un mondo migliore ...

24 aprile 2006

The One

Ieri 23 aprile al Filaforum di Assago c'è stata una megafesta per tutti i dipendenti MediaWorld! Mamma mia quanti eravamo, quasi 5.000 e chissà quanta gente mancava!!!
Partenza alle ore 13 dal punto vendita di Lucca e dopo ben 4 ore di viaggio in pullman finalmente siamo arrivati a destinazione; tappeti rossi, interviste, fotografie ed ogni gentilezza per noi, per la prima volta eravamo noi i clienti, che bello! Cibo e bibite a volontà, sorrisi e musica ad ogni angolo ...
E poi lo spettacolo vero e proprio ... i protagonisti di Zelig Circus, ballerini professionisti ed udite udite Giorgia! Alle 2 il nostro pullman è ripartito, ci siamo tutti addormentati in pochi minuti; mi sono messa sotto le lenzuola alle 6:15 ed è stato un attimo, la sveglia è suonata (13:30) e di nuovo a lavoro ... così è la vita no? E' stata una bella giornata, un po' strapazzante ma mi sono divertita ...

19 aprile 2006

Scambia una graffetta con un anno di affitto

Qualche giorno fa ho letto sul quotidiano
"La Repubblica" un articolo molto strano e abbastanza divertente ed ho pensato di rendervi partecipi pubblicandolo sul mio blog, buona lettura a tutti!

Kyle MacDonald, canadese, 26 anni, mira a ottenere grazie al baratto una casa di proprietà. In circa dieci mesi è riuscito a barattare, oggetto dopo oggetto, una graffetta rossa con una casa in affitto per un anno. Tutto è cominciato lo scorso luglio con un annuncio su un sito specializzato in inserzioni di ogni tipo. MacDonald ha offerto la sua graffetta, dicendo semplicemente che avrebbe voluto barattarla con qualcosa di meglio. La risposta è arrivata da due signore che in cambio gli hanno dato una penna a forma di pesce. Un po' di fortuna (e forse anche un po' di fascino, perché le prime con le quali ha fatto affari sono donne) e MacDonald ha scambiato la penna con un pomello decorato in ceramica, questo con un fornello da campeggio, che ha scambiato poi con un generatore. Dietro a ogni baratto c'è anche una storia di incontri e casualità, materiale buono per una delle attività di MacDonald, che oltre a inseguire il sogno di una casa di proprietà scrive racconti e un blog piuttosto seguito, soprattutto ora. Il tragitto verso la casa è proseguito dal generatore a un "kit istantaneo per feste", una barile di birra vuoto e una promessa, fatta da un tizio di New York, di riempirlo quanto prima. Nel frattempo MacDonald ha anche rischiato di perdere tutto, perché mentre aspettava di barattare il generatore, lo ha lasciato in deposito in un hotel, dove i vigili del fuoco lo hanno sequestrato perché perdeva gas. E' stato uno dei momenti di maggior tensione della storia, ha raccontato.MacDonald è riuscito a recuperare il generatore, a ottenere il barile di birra e scambiarlo con un gatto delle nevi. Il baratto sembra poco probabile, come quelli successivi (mezzo da neve con viaggio a Yahk, cittadina poco ospitale nella British Columbia, poi un camioncino ceduto a un musicista in cambio di un contratto di registrazione, scambiato da un'aspirante cantante per un anno di affitto gratis). Ma non si può dimenticare che a questo punto la storia era finita anche sulla televisione canadese e quindi alcuni scambi sono stati favoriti dalla popolarità. Comunque MacDonald ha dovuto mettere sul piatto, oltre alla sua abilità di venditore, anche un'ottima capacità di adattamento. Per ora ha ottenuto una casa in affitto gratis per un anno, ma a Phoenix, Arizona, piuttosto lontano da dove ha sempre vissuto. La sua ricerca va avanti, anche perché dietro a tutta la storia c'è una buona componente di divertimento, che MacDonald vuole mantenere inalterata anche adesso che ha moltissime offerte. E che il giovane canadese si stia divertendo è chiaro dal suo blog. Proprio oggi sapendo che la sua storia è arrivata alle grandi agenzie internazionali, Kyle ha mandato un post nel quale invita a un altro baratto-gioco. "Poiché la mia storia uscirà su molti giornali - scrive - vi invito a mandarmi una copia dell'articolo, in cambio io vi spedirò a casa una ricercatissima toppa in tessuto con una clip rossa".

16 aprile 2006

Pasqua

Buona Pasqua a tutti voi amici miei,
a voi che non conosco,
e a voi che forse un giorno incontrerò ...

09 aprile 2006

Il mio blog


Ciao a tutti!
Oggi nasce il mio blog, spero che i miei mille impegni mi permettano di trovare qualche momento libero per aggiornarlo in tempi ragionevoli!
Che cos'è un blog?
Un blog è uno spazio sul web dove poter raccontare quello che mi accade, quello che penso, quello che mi circonda, in pratica una specie di diario online. E' inoltre uno spazio dove anche voi potete esprimervi, commentando liberamente gli articoli pubblicati. Quest’ultimo è uno degli aspetti più interessanti ...